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Dora Donarelli dirige il suo gruppo teatrale Il Rubino in uno spettacolo su Don Siro

Venerdì 25 alle 21, sul palco del Piccolo Teatro Mauro Bolognini, si terrà lo spettacolo “Don Siro, sacerdote con gli ultimi!”, messo in scena dalla compagnia di teatro libero Il Rubino, diretto da Dora Donarelli ed interpretato da Genni Ferri, Tania Ferri, Daniele Fabbri, Daniele Melani, Simona Calvani, Mimma Melani, Massimo Romiti, Stefano Tognarelli, Roberto Benassi. Claudio Cinti, Nadia Nesti e Marinella di Martino.

di Leonardo Miraglia

Abbiamo intervistato la regista e ci siamo fatti raccontare un po’ di lei, della sua crescita artistica e dello spettacolo.

Mi parli di lei come insegnante di teatro.

Io sono stata insegnante di economia aziendale, cioè tutt’altra cosa, se non che nella mia vita a un certo punto ho capito che la mia forza dentro era soprattutto proiettata verso il teatro.

Allora dal lontano 1985 io a scuola ho cominciato a fare teatro e quindi ho messo sul palco mediamente 100 150 ragazzi per circa 25 anni e dopodiché ad inizio 2000 abbiamo costituito una compagnia di teatro libero con l’idea di fare qualcosa perché in previsione che la scuola mi finiva, almeno mi rimaneva l’attività teatrale insieme ai miei attori, ai miei amici.

Quindi per lei il teatro non è una professione ma una passione.

Sì, la mia è una passione che non è proiettata verso una carriera artistica, io sono felicemente stata una insegnante che ai ragazzi ha insegnato, oltre a come calcolare un bilancio, anche l’amore per il teatro.

La passione a livello strettamente teatrale che risultati le ha dato nel tempo?

Abbiamo fatto uno spettacolo dietro l’altro in questi anni, mediamente anche due spettacoli l’anno. Tra le altre cose, io non amo i concorsi, però una volta, pochi anni prima del covid, mi fu chiesto di partecipare a un concorso e abbiamo preso tre premi a livello nazionale.

Cosa è che l’ha spinta oltre ad essere un’insegnante di economia aziendale a sviluppare la passione per il teatro che l’ha portata addirittura ad insegnarlo ed a imbastire una compagnia di attori?

Perché sono veramente portata più per l’analisi dei testi, per la letteratura. Ma soprattutto mi sono resa conto sempre di più che era necessario anche capire come doveva essere in effetti questo tipo di passione, cosa aveva nascosto dentro e allora ho fatto tre anni di psicologia comparata con una tesi in bios scenico, cercando di capire quali dovessero essere le caratteristiche di chi recita che deve avere quella spontaneità, quella autenticità di cui alle volte gli attori si dimenticano, vanno sul palco e recitano qualcosa, come dice il grande Pirandello mettono una maschera, sia nella vita che sul palco, e così facendo non trasmettono al pubblico quella cosa che si chiama emozione forte e che si manifesta specialmente a teatro con tecniche come la mise in espace cioè, per esempio, la lettura scenica, che è la modalità di teatro più vera perché democraticamente libera.

Parliamo del suo spettacolo che andrà in scena questo venerdì.

Io non sono pistoiese, per cui non ho conosciuto questo sacerdote, ma Don Siro è una di quelle persone che rimangono nella storia di una città perché hanno fatto veramente storia con i loro messaggi veri, autentici, un po’ come dicevo prima del teatro, quello vero: niente finzione, autenticità totale; quindi, mi sono messa a lavorare su questo spettacolo. Il cast è composto da 12 partecipanti alla recitazione ed anche questa è una lettura scenica. E questi miei ragazzi sono riusciti a tirar fuori, attraverso un lavoro attento puntiglioso sulle parole più di un’unica emozione.

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Last modified: Ottobre 23, 2024
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