PISTOIA (venerdì 15 novembre 2024) – Accolta dal giudice Luca Gaspari la richiesta della pubblica accusa circa la condanna dell’uomo che nel 2018 abusò della nipotina.
di Maria Chiara Bagnato
Il processo, celebrato con la formula del rito abbreviato, si è concluso ieri mattina in sede di udienza preliminare.
I fatti contestati risalgono al 2018, quando la bambina, vittima nella vicenda, aveva dai sette agli otto anni e lo zio paterno viveva in casa con lei e i suoi genitori.
Il tutto venne a galla quando la piccola confidò alla madre di aver subito violenze da parte dello zio. La madre, a quel punto, decise di portarla subito dalla pediatra e presentò immediatamente la denuncia ai carabinieri.
Il 34enne accusato è stato immediatamente arrestato e portato in carcere, e, dopo un periodo di detenzione a Prato è stato poi trasferito in Sicilia, dove attualmente si trova agli arresti domiciliari.
Il sostituto procuratore, Chiara Contesini, che ha diretto le indagini, ha sostenuto l’accusa in aula e una settimana fa ha chiesto la dura condanna.
Ad avvalorare le richieste dell’accusa anche la verifica dell’attendibilità dei fatti raccontati dalla minorenne nel corso dell’incidente probatorio. Il giudice, infatti, aveva disposto una perizia d’ufficio sulla bambina, svolta dalla psicologa Claudia Meini, che ne aveva accertato la capacità testimoniale, da cui l’incidente probatorio.
La difesa, a sua volta, aveva nominato la psicologa Sara Pagnini, (come propria consulente) che non aveva però concordato con le conclusioni della perizia d’ufficio. Nonostante quanto emerso dalla consulenza della difesa, per il Pubblico Ministero la giovane vittima risulta attendibile.
A seguito delle indagini e della perizia svolte, il giudice Luca Gaspari ha accolto pienamente la richiesta della pubblica accusa, condannando a dodici anni di reclusione l’uomo accusato di violenza sessuale aggravata, dalla età minore di dieci anni e dal vincolo di parentela, nei confronti della nipote.
Inoltre, Il giudice Gaspari ha disposto una provvisionale di diecimila euro per le parti civili (i genitori) e 30mila per la bambina.
Il difensore dell’imputato, l’avvocato Pamela Bonaiuti, di Prato, ricorrerà in appello. Nel caso in cui la pena diventi definitiva (al momento siamo al primo grado di giudizio), il rito abbreviato prevede che la pena sia ridotta di un terzo.