PISTOIA (lunedì 25 novembre 2024) – ”Non avrebbero educato sufficientemente la figlia”, questo quanto evidenziato dai giudici che in data odierna hanno condannato ad un maxi risarcimento i genitori dell’allora 14enne che spinse una sua compagna dalle scale, causandole diverse ferite.
di Maria Chiara Bagnato
All’epoca dei fatti, risalenti all’aprile del 2019, due allieve di un istituto superiore della città, chiesero di uscire qualche minuto dalla classe, attorno le ore 15, per raggiungere gli armadietti al piano inferiore della scuola. Pochi minuti dopo invece, una delle due ragazze spinse dalle scale la compagna facendola cadere di schiena. In quell’occasione, la giovane picchiò fortemente la testa contro una colonna di cemento. A seguito di un immediato trasporto al pronto soccorso, i medici diagnosticarono un taglio di oltre 12 centimetri a partire dal volto, oltre che un trauma cranico. La 14enne venne dimessa con venti giorni di prognosi.
Successivamente, la famiglia della ”vittima” chiese un risarcimento sia alla scuola che ai genitori dell’autrice del gesto.
L’istituto scolastico, in merito alle accuse ricevute, ha rigettato ogni responsabilità, sottolineando che l’ambiente dove si è verificato l’accaduto in realtà è privo di particolari elementi considerati pericolosi.
Inoltre, la scuola conferma la presenza dell’insegnante, tanto che in quei momenti, quest’ultima avrebbe rimproverato le due studentesse in quanto stavano correndo.
Dichiarazioni contestate e respinte in primo grado dal Tribunale, che sosterrebbe una situazione diversa da quella raccontata dall’istituto superiore, ovvero che non ci sarebbe stato nessun docente a sorvegliare, e che, solo una volta rientrate in classe, le ragazze avrebbero raccontato quanto successo: una piangendo e l’altra ammettendo di essere la responsabile della spinta.
In fase di processo, l’accusa ha messo in evidenza la colpa dei familiari in quanto non avrebbero educato sufficientemente la figlia. Una tesi condivisa dai giudici, secondo cui ”i familiari non hanno educato a dovere la figlia, non impartendole un’istruzione consona al rispetto delle regole basilari della coesistenza civile”.
Il tribunale, inoltre, ha sottolineato nella sentenza “l’obbligo di mantenere, istruire ed educare la prole, tenendo conto delle capacità, dell’inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli”.
Parole di rilievo che vanno ad aggiungersi alla condanna nei confronti dell’istituto scolastico e dei genitori: entrambi dovranno risarcire i danni alla famiglia della giovane rimasta ferita.
Il consulente tecnico, nella quantificazione degli importi, ha riconosciuto anche i danni estetici temporanei e permanenti per l’allora 14enne.
Secondo quanto emerso dalla sentenza, la parte offesa riceverà un indennizzo superiore a quanto richiesto (53mila euro), percependo una somma pari a 85000 euro, comprese le spese legali.