Scritto da 6:46 am Attualità, Esteri, Politica

Piano israeliano per Rafah solleva preoccupazioni internazionali

Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dato il via libera a un controverso piano di operazione militare nella città di Rafah, situata nella Striscia di Gaza. Questa mossa arriva nonostante appelli globali per un cessate il fuoco, avvertimenti sulle conseguenze umanitarie da parte di organizzazioni internazionali e negoziati ancora in corso. Il piano, che mira a invadere l’ultima grande città di Gaza non ancora colpita da attacchi terrestri, ha sollevato l’allarme dell’ONU e di altre entità internazionali riguardo il rischio di un disastro umanitario.

Secondo le Forze di Difesa israeliane, l’intento è di spostare una parte significativa della popolazione di Rafah verso “isole umanitarie” nel centro di Gaza, in collaborazione con la comunità internazionale. Tuttavia, Martin Griffiths, Sottosegretario Generale dell’ONU per gli Affari Umanitari, ha avvertito che l’azione potrebbe portare a un ulteriore massacro nella regione e ha sottolineato la precarietà della situazione umanitaria in atto.

La decisione di Netanyahu ha anche intensificato le tensioni con gli Stati Uniti, che hanno espresso preoccupazione per la mancanza di un piano chiaro per la protezione dei civili. Le critiche emergono in un contesto di crescente attrito tra Washington e Tel Aviv, con il segretario di Stato Antony Blinken e il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, John Kirby, che hanno evidenziato l’importanza di garantire la sicurezza dei civili.

Parallelamente, si sta tentando di negoziare la liberazione di ostaggi attraverso una delegazione inviata in Qatar e proposte di cessate il fuoco da parte di Hamas, che includono lo scambio di prigionieri. Tuttavia, le richieste sono state etichettate come “irrealistiche” dall’ufficio di Netanyahu, aumentando le tensioni e le accuse reciproche di ostacolare la pace.

La comunità internazionale segue con apprensione l’evoluzione della situazione, sperando in una risoluzione che prevenga ulteriori perdite umane e stabilizzi la regione.

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Last modified: Aprile 8, 2024
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