Lubiana mercoledì 5 giugno 2024
La Slovenia ritira la richiesta di referendum da parte dell’ Sds di Jansa.
Di Francesca Maino
In Slovenia si sta assistendo in queste ore a un dietrofront per quanto riguarda il riconoscimento della Palestina, il premier Janez Jansa ha infatti deciso di rititare la richiesta fatta di referendum consuntivo per il riconoscimento palestinese che dovrebbe essere stato votato ieri alla Camera di Stato del parlamento in Lubiana la capitale slovena.
L’altro ieri infatti la commissione esteri ha voluto far intendere di voler dare battaglia e far quindi slittare il riconoscimento ufficiale a inizio lavori di discussione in Aula, rendendo così pubblica la sua retromarcia svelata dal partito dell’opposizione.
Janez Jansa, leader del Partito Democratico Sloveno (Sds) e vicino in passato al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ha denunciato la mossa come un calcolo politico. Secondo il testo della sua mozione, il riconoscimento della Palestina “causa un danno a lungo termine alla Slovenia sostenendo l’organizzazione terroristica Hamas”. Jansa aveva precedentemente accusato la coalizione di centro-sinistra al governo di aver “violato la procedura” e aveva lasciato l’Aula con i deputati del suo partito.
Il primo ministro liberale Robert Golob ritiene invece che la decisione “invii un messaggio di pace”.
Ieri sera infatti è stata prevista infatti la votazione in merito, la seduta si sarebbe protratta per circa 6 ore, nessun rinvio quindi a 3 giorni sul riconoscimento ufficiale palestinese.
Nella serata di ieri sono usciti i voti: il parlamento sloveno ha approvato con 52 voti a favore su 90 deputati la risoluzione sulla Palestina proposta giovedì 30 maggio dal governo. Per protesta i rappresentanti dell’opposizione conservatrice non hanno partecipato al voto
la Slovenia quindi insieme a Spagna, Norvegia e Irlanda riconosce la Palestina come uno stato.
Last modified: Giugno 5, 2024