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Sambuca cerca un medico, il Sindaco fa un appello

Sambuca Pistoiese (giovedì, 20 marzo 2025) — Alle volte anche i servizi più elementari del bene civico possono mancare, come un medico di base disponibile in un piccolo comune. Questo è il caso di Sambuca Pistoiese, che ormai da parecchio tempo non ha un presidio medico accessibile per la sua popolazione, per lo più anziana, costretta a dover fare tanti kilometri anche per una semplice visita di routine. Esasperato, il Sindaco Marco Breschi ha lanciato un appello.

di Alessandro Drago

“Da nove mesi sono sindaco di un comune “di frontiera,” sospeso tra Toscana ed Emilia Romagna, un tempo pieno di vita e ora condannato al declino, demografico, sociale, culturale.

Si chiama Sambuca Pistoiese ed è abitato da 1.400 anime, per lo più anziane e bisognose di tutti quei servizi richiesti dall’età ormai avanzata. I miei concittadini abitano in piccoli centri ed in borghi sparsi su un territorio molto vasto e bellissimo, innervato su tre valli, tutte di un verde rigoglioso e prorompente e sovrastate da un cielo di un azzurro così intenso che vorresti tuffartici dentro.

È gente forte, orgogliosa, a volte anche spinosa, ma vera, piena di dignità, che si accontenta di poco e che ama profondamente chi le dimostra solidarietà umana e spirito di servizio.

Tanti anni fa ho vissuto da laureando in questa terra, allora molto più vitale; ero un “metropolitano” ignaro ma presto ho imparato a respirarne l’aria castagnosa, ad ascoltare l’asprezza che emana da quei dialetti forgiati nei secoli dalle tante ostilità della vita in montagna.

Col passar del tempo, però, quegli idiomi, all’inizio così duri, mi sono diventati consueti, pieni, anche fragili, come le anime di coloro che li parlavano. E qualche volta ho persino provato a usarli per sentirmi anch’io parte di quel piccolo universo. Dalla curiosità sono passato all’affetto per questa gente che mi ha insegnato molto di ciò che so e che sento oggi.

Così qualche mese fa ho cercato di restituire a Sambuca una piccola parte di ciò che mi ha dato. E ne sono diventato il sindaco.

Solo adesso mi sto davvero rendendo conto dei diritti essenziali negati a tutti i sambucani e di come subiscano una logica economica disumana che lascia indietro e non si prende cura di chi non vuole abdicare alle proprie radici e resta abbarbicato a questi monti come un carpino.

I miei concittadini sono gli ultimi testimoni di una cultura millenaria e di un mondo fatto di difesa gelosa del campanile, di screzi familiari, ma anche di strette di mano e di un senso profondo di onestà e di rispetto: le loro richieste non sono mai implorazioni o sterili lamentele, ma dignitosi richiami alle più elementari e legittime basi della convivenza umana e civile e sono dettate da una pietas che la società forsennata di oggi sta malauguratamente smarrendo.

La loro prima preoccupazione è la salute, perché rappresenta la condizione primaria per non abbandonare la terra natale, ma da qualche anno sono privi del medico di famiglia e sono costretti a percorrere anche 20 o 30 chilometri per ottenere un consulto sanitario. L’attuale normativa non ne garantisce la presenza sul territorio e da qui il mio appello a un medico affinché faccia una scelta dettata dal cuore.

Credo che quassù non troverebbe solo pazienti bisognosi di un servizio, ma soprattutto amici sinceri, confidenti preziosi e testimoni veri di un senso di umanità che sta scomparendo. Sono sicuro che un medico coraggioso ne trarrebbe un arricchimento anche personale impareggiabile che renderebbe ancor più nobile una professione che ha nello spirito di servizio al prossimo la sua naturale vocazione. E la terra di Sambuca gli renderebbe sicuramente ciò che ha dato a me”.

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Tag: , Last modified: Marzo 20, 2025
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