Scritto da 6:32 am Italia, Politica

Sicurezza rafforzata nelle Università: il governo Meloni valuta misure contro le proteste

Il governo di Giorgia Meloni esamina strategie per intensificare la sicurezza negli atenei italiani, seguendo gli eventi di protesta che hanno portato all’interruzione di un convegno con Maurizio Molinari, ex direttore di La Repubblica, presso l’Università di Napoli. Gli studenti hanno contestato Molinari, accusandolo di complicità nel conflitto israelo-palestinese. In risposta, voci all’interno dell’esecutivo propongono di rafforzare il controllo sugli accessi alle università e sugli eventi accademici, nel tentativo di mitigare le manifestazioni.

di Davide Lettera

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi avrebbe proposto un piano per limitare l’accesso agli atenei, posizionando le forze dell’ordine agli ingressi delle aule dove si tengono convegni, per prevenire disordini. Questa proposta arriva in seguito alle dichiarazioni di Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e cognato della Premier, che ha collegato un’eccessiva tolleranza verso le proteste a potenziali rischi di terrorismo, citando il tragico caso di Aldo Moro come monito.

Il timore di future manifestazioni, soprattutto quelle a favore della Palestina o contro Israele, ha spinto il governo a considerare un inasprimento delle misure di sicurezza durante gli eventi universitari. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, gli incontri potrebbero essere sottoposti a una vigilanza rafforzata, con la partecipazione dei Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica e un’attenta sorveglianza pre-evento da parte delle autorità.

La ministra dell’Università Anna Maria Bernini ha moderato la linea del Viminale, organizzando un incontro con i rettori per discutere le strategie di gestione delle proteste.

Queste azioni, se confermate, rappresenterebbero un ulteriore passo del governo verso la limitazione delle manifestazioni sociali e politiche, in particolare quelle legate al sostegno alla Palestina e alla critica verso l’aggressione militare israeliana a Gaza. La questione si inserisce in un contesto più ampio di dibattito sulla libertà accademica e di espressione, evidenziato anche dalla mobilitazione di oltre 1300 accademici che hanno richiesto la sospensione degli accordi con Israele, segno di un crescente dissenso intellettuale verso le politiche di supporto occidentali al governo israeliano.

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Last modified: Aprile 8, 2024
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